Cresciuto in mezzo alla natura , con questo rapporto sempre vivo e coinvolgente, ho sviluppato questa attenzione verso l’ambiente , le stagioni , il tempo .
Tra le piante a me più care e tra le prime coltivate c’è sicuramente il bosso e il tasso che con il loro fogliame sempreverde e molto elegante hanno da sempre caratterizzato lo stile geometrico del giardino all’italiana.
Successivamente a questo mio interesse per le piante sempreverdi molto formali, ho sviluppato interesse verso piante più selvatiche con stagionalità ben definita e che richiamassero un aspetto più naturale e meno imposto, infatti la linea d’ispirazione che orienta la mia produzione si basa sulle esperienze dettate nel tempo da grandi paesaggisti e coltivatori/ibridatori di piante.
Tra di essi non può certo mancare il giardiniere tedesco Karl Foerster (1874-1970) selezionatore di specie che tutt’oggi sono tra le più amate e utilizzate sul mercato , vedi calamagrostis x a. “Karl Foester” o molinia a. “Karl Foerster”, erbe stupende con caratteristiche uniche e verosimilmente perfette per l’utilizzo nel giardino .
Come Karl Foerster, altro personaggio è il suo discepolo Ernst Pagels (1913-2007), considerato il più grande coltivatore di perenni tedesco del XX secolo , ad avere influito a cambiare il mondo del giardinaggio selezionando varietà molto interessanti, specialmente importante il suo lavoro con piante del genere miscanthus.
Allo stesso modo anche nel continente americano, si è pensato di utilizzare erbe spontanee selezionate allo scopo di fare giardinaggio, per vari motivi oltre quelli estetici, per citarne solo alcuni, la resistenza o l’alto valore biologico.
Questo concetto di giardinaggio di spazi aperti e erbe selvatiche prende il nome di ‘prairie garden , e un importantissimo persona che ha contribuito in questo grazie alla sua selezione e distribuzione di erbe ornamentali per giardino e’ senza dubbio Kurt Bluemel dell’azienda Kurt Bluemel inc., è grazie al suo lavoro che si conoscono e utilizzano piante come panicum v. ‘Heavy Metal’ o miscanthus s. ‘ Adagio’ e innumerevoli altre varietà.
Nella fine del ‘900 la storia del giardinaggio è senza dubbio cambiata , come cambiata la società, ma un movimento importante ha caratterizzato e caratterizza questo periodo, questo cambiamento nel modo di fare giardinaggio prende nome di ‘Nuovo Perennialismo ‘ o ‘Dutch Wave’ sull’onda di diversi paesaggisti, sicuramente il più noto paesaggista dei nostri tempi è l’olandese Piet Oudolf, considerato l’esponente massimo di questo movimento.
Questo stile di giardinaggio, richiama l’emozione che la natura ci offre allo stato spontaneo, tende a minimizzare l’impronta umana, da sfogo alla natura di esprimersi in modo naturale quasi incontrollato ma dominato da un progetto ricco di conoscenza. tra i suoi lavori più celebri sono il progetto per l’High line ‘di New york, ‘ Maximiliam Park ‘ a Hamm in germania, ‘Lurie Garden’ a Chicago , ‘Vlinderhof’ a Utrecht tantissimi progetti in tutto il mondo, oltre che ha selezionato molte varietà utilizzate .
Ad oggi ho visitato giardini all’italiana, giardini in stile olandese come in stile inglese, giardini mediterranei , ma di ognuno resta un’impronta forte che scrive e definisce le mie considerazioni, nel mio modo di lavorare e di produrre anche in base al clima e alla natura che ci circonda .
In ragione di questo ho sempre preferito coltivare varietà forti e resistenti , adottare pratiche colturali a favore dell’ambiente , come riutilizzare gli scarti di produzione opportunamente tritati e maturati per produrre compost che viene reintrodotto ed assorbito nel ciclo di lavorazione oppure ridurre l’utilizzo di prodotti di sintesi per produrre in maniera più sostenibile.
Non per ultimo, la partecipazione come visitatore a fiere internazionali di piante, mi da la possibilità di conoscere in anteprima le varietà innovative sul mercato e così migliorare tecnica e offerta.
Nel mondo della scelta di cosa produrre credo si debba considerare sempre il passato a cui si resta obbligatoriamente legati e progredire verso il futuro qualora ci sia una buona motivazione per farlo.
Photo Credit: Edwin Barendrecht